Il 2023 conta già 20 femminicidi nella giornata dell’8 marzo. Anche quest’anno c’è poco da festeggiare in questo giorno.
Anche questo 8 marzo c’è poco da festeggiare la giornata internazionale delle donne perché i femminicidi ancora non si fermano. Nel 2023 sono già 20 le donne uccise in Italia secondo il report del ministero dell’Interno aggiornato al 5 marzo. Diciotto su 20 sono state uccise in ambito familiare. “Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un decremento nell’andamento generale degli eventi, che da 57 passano a 56, mentre aumenta il numero delle vittime di genere femminile (che passano da 19 a 20)” si legge nel report.
“Per quanto attiene, invece, ai delitti commessi in ambito familiare/affettivo, questi restano invariati (25), mentre aumentano le vittime di genere femminile, che da 17 passano a 18”. Anche questa volta l’8 marzo è segnato dalla violenza fisica, psicologica e economica in una società dove la donna ancora fatica a sedere in posti apicali, ha poca rappresentanza in politica e continua a dover scegliere tra famiglia e lavoro.
Si è ancora molto lontani per sconfiggere la disparità e la violenza di genere
Secondo i dati dell’Onu se continuiamo a procedere con questo ritmo attuale ci vorranno altri tre secoli per raggiungere la parità di genere. Sempre secondo l’Onu circa 383 milioni di donne e ragazze vivono in condizioni di estrema povertà, anche a causa delle persistenti disuguaglianze, e che una donna viene uccisa ogni 11 minuti da un membro della sua stessa famiglia.
Nel 2022 i femminicidi sono stati 125, 95% maggiorenni e il 78% italiane. Sono stati 103 gli omicidi in ambito familiare, 61 per mano del partner o ex, 34 da un genitore o da un figlio. Sono le cifre della strage ricordate in un’analisi realizzata in occasione dell’8 marzo dalla Direzione centrale della Polizia criminale.
Anche il Papa è intervenuto dicendo che è “giusto” che le donne possano esprimere le “loro capacità in ogni ambito, non solo in quello familiare, ed essere remunerate in modo uguale agli uomini a parità di ruolo, impegno e responsabilità. I divari che ancora sussistono sono una grave ingiustizia”. Lo ha detto nella prefazione di “Più leadership femminile per un mondo migliore: il prendersi cura come motore per la nostra casa comune”, pubblicata dalla Stampa.
“Questi divari, insieme con i pregiudizi verso le donne sono alla base della violenza sulle donne. Ho in molte occasioni condannato questo fenomeno” perché “la violenza sulle donne è una piaga aperta frutto di una cultura di sopraffazione patriarcale e maschilista. Dobbiamo trovare la cura per sanare questa piaga, non lasciare sole le donne”, conclude il Papa.